La “Libreria Filarmonica”, collana che
raccoglie gli atti dei convegni organizzati annualmente dalla Regia Accademia Filarmonica di
Bologna, si arricchisce quest’anno di un numero doppio, nel quale confluiscono
gli atti di due convegni tenutisi rispettivamente nel 2011 e nel 2012: Per un Mahler
cisalpino e Un secolo di Sprechgesang. Il volume doppio, sesto e settimo della collana, curato
come tutti i precedenti da Piero Mioli, si riferisce a due giornate di studio tenutesi
presso l’Accademia Filarmonica l’8 ottobre 2011 e il 16 ottobre 2012. È la prima volta che, in questa collana, si pubblica un
numero doppio. Nella sua Introduzione Piero
Mioli ne spiega le ragioni, rammaricandosene un poco anche per una possibile
critica di rallentamento e impoverimento della “Libreria”. Non si può che essere d’accordo con lui. Ci viene tuttavia in soccorso
l’anno speciale in cui questo numero doppio vede la luce: il 2016, proprio
quello in cui ricorre il 350° anniversario della fondazione dell’Accademia
Filarmonica. E dunque, se lo si vuole, si può pensare a questo numero doppio come ad un evento speciale strettamente
connesso al settimo giubileo accademico. Le due parti del volume – come a dire i
due convegni – affrontano temi ovviamente assai diversi fra loro. Tuttavia non è difficile notare che queste due parti risultano in qualche
modo inanellate da quel filo sottile che proprio da Mahler, soprattutto l’ultimo
Mahler e in modo esemplare la sua incompiuta Decima Sinfonia, portano sia allo
Schönberg del monodramma Erwartung, ad esempio, sia proprio allo Schönberg del Pierrot Lunaire: vale a dire da quel canto disperatamente impotente che
proprio nell’estrema sinfonia mahleriana e nel primo Schönberg si leva sino a ferire mortalmente l’espressione, al
suo rovescio, ossia la negazione del canto “puro”, l’impossibilità del canto se non attraverso il suo diluirsi nella parola
subito dopo esserne stato generato. Dopo una Introduzione in cui inquadra il senso generale del volume che raccoglie
gli atti dei due convegni, Piero Mioli apre quelli del convegno mahleriano con
un ampio ritratto a tutto tondo del Mahler uomo e artista, compositore e
direttore, spianando così la strada agli interventi “a tema”, in
particolare sulle mahleriane “fortune” cisalpine, ad opera di Giuliano
Simionato, Gherardo Ghirardini, Aldo Nicastro, e su “presenze, amicizie e
confronti”, con i contributi di Luisa Zanoncelli, Ermanno Comuzio, Antonio
Castronuovo e Primož Kuret. Gli atti del convegno schönberghiano offrono al lettore due prospettive complementari:
sullo “stile” dello Sprechgesang, con relazioni di Giovanni Guanti, Marco Montaguti, Antonio
Castronuovo, Pier Paolo Scattolin, e sulle “tradizioni” innestatesi sull’originale
schönberghiano, con interventi di Paolo Petazzi, Daniela Tortora,
Vincenzo Ramón Bisogni, Sergio Miceli. Se dunque la forma di questo nuovo
arrivato nella “Libreria Filarmonica” può forse
far pensare ad un volume ove due parti solo per ventura si trovano assemblate
in un’unica rilegatura e avvolte da un’unica copertina, la sostanza, la lettura
delle molte relazioni può invece portare a ben altro: a riflettere
su quanto di cisalpino ci sia in entrambi questi due giganti della storia della
musica, accomunati dal percorrere entrambi gli stessi binari che dall’estremo
Ottocento e dal primo Novecento portano alle più lontane,
inesplorate ed inimmaginate terre musicali. Così come
accomunati e intrecciati sono alcuni particolari biografi ci nient’affatto
insignificanti: nel 1911, anno della morte di Gustav Mahler, Arnold Schönberg gli dedica la sua superlativa Harmonielehre, appena terminata di scrivere; nel 1949 Alma Mahler chiede
all’ormai settantacinquenne Schönberg – che declina l’offerta proprio
per ragioni di età – di completare la Decima Sinfonia di
Mahler. Un circolo che si chiude, un’avventura che termina proprio laddove era cominciata.Per l’ideazione, l’organizzazione e il
coordinamento dei due Convegni e per la paziente, attenta e autorevole curatela
di questo volume doppio che ne raccoglie gli Atti, è gradito e d’obbligo un ringraziamento doppio a Piero Mioli,
Consigliere d’Arte della Regia Accademia Filarmonica, da parte di tutti gli
Accademici e mia personale.
Loris
Azzaroni
Presidente
della Regia Accademia Filarmonica