Dal 2006 la “Libreria Filarmonica” raccoglie gli atti dei convegni organizzati annualmente dalla Regia Accademia Filarmonica di Bologna. Il presente volume, quinto della collana, dedica le sue pagine al Convegno Gand Tour, Gand Piano. Il pianismo romantico a diporto per l’Italia dell’Ottocento, a cura di Piero Mioli, Bologna, Accademia Filarmonica, 2 ottobre 2010. Gli anni attorno al 1810, si sa, furono toccati in modo particolarmente fortunato dallo sguardo di Santa Cecilia, protettrice della musica e dei musicisti, perché la concentrazione di nascite illustri come in quel breve periodo di soli tre anni, dal 1809 al 1811, non è facile ritrovarla nel corso di tutta la storia della musica occidentale (1685: Bach, Händel e Scarlatti, 1813: Verdi e Wagner e pochi altri casi ancora): basti dire che, per coincidenza fortuita o in maniera quasi miracolosa, Mendelssohn, Chopin, Schumann e Liszt nacquero l’un dopo l’altro e l’un dopo l’altro divennero gli esponenti paradigmatici di quella che viene effi cacemente ed espressivamente chiamata la generazione dei pianisti-compositori. Lo scorrere della dita sulla tastiera del pianoforte, o ancor meglio del pianoforte gran coda da concerto, è la metafora del tema attorno al quale si è sviluppata la giornata di studi del 2010, tema diviso in molti e diversi capitoli, qui testimoniati da dodici relazioni (più quattro interventi di autori non presenti al Convegno) ed una Introduzione in cui Piero Mioli spiega e dispiega il signifi cato del tema, le tappe da percorrere e la meta da raggiungere, giacché di un viaggio si tratta, di un grande viaggio del pianoforte romantico, della sua musica, dei suoi compositori e dei suoi interpreti, in questa occasione circoscritto ad un viaggio in Italia, con partenza da Bologna. La Relazione introduttiva di Rossana Dalmonte mette per così dire le carte in tavola e mostra alcuni dei temi più importanti del pianismo ottocentesco: dal concetto di Scuola pianistica a quello di Repertorio sino a quello, delicatissimo, delle Forme pianistiche. Poi inizia il gioco vero e proprio. Le relazioni, passando di mano in mano, si soffermano sui viaggi in Italia dei quattro compositori pianisti e dei loro successori (ad esempio Brahms), sulle rarità presenti negli archivi
musicali bolognesi, sulla presenza della quadriate protagonista del tema del Convegno e sulla sua recezione in importanti e musicalissime città italiane quali Milano, Firenze, Venezia, Roma e Napoli. Le carte giocate via via da Chiara Sileo, Donata Bertoldi, Annarosa Vannoni, Agnese Ferrari, Luigi Verdi, Mario Ruffi ni, Vitale Fano, Pier Paolo De Martino, Giuseppe Rausa, Alberto Iesuè e Gregorio Nardi, nonché, in un tavolo a parte, da Lucia Navarrini Dell’Atti, Maria Pia Jacoboni Neri, Roberta Paganelli e Wojciech Nowik, sono carte notevoli, a volte rare, sempre interessanti e ricche di informazioni preziose. Il gioco che ne emerge, lo Spie, è il risuonare stesso di quel pianoforte gran coda da concerto i cui paladini si sono voluti celebrare a duecento anni esatti da quel singolarissimo 1810 e dintorni. L’ideazione, l’organizzazione e il coordinamento del Convegno, insieme a questo volume che ne raccoglie gli Atti, si devono all’amorevole e competente curatela di un croupier d’eccezione: Piero Mioli, Consigliere d’Arte della Regia Accademia Filarmonica, al quale va il sincero ringraziamento di tutti gli Accademici e il mio personale.