Esiste una figura “misteriosa” che vagabonda nella città di Dublino, giovedì 16 giugno 1904, nella mappa letteraria dell’Ulisse di James Joyce: si tratta di un curioso personaggio vestito con un macintosh marrone, al quale, per un bizzarro equivoco, viene dato appunto il nome di Mr McIntosh. Il saggio, grazie ad un’analisi dettagliata delle occorrenze testuali dell’Ulisse e delle corrispondenze con altre opere di Joyce (le Lettere, il poemetto in prosa Giacomo Joyce, ed ovviamente Gente di Dublino e Dedalus), entra nel complesso ingranaggio del capolavoro joyciano attraverso una porta laterale, e si interroga sulla identità di tale Mr McIntosh, personaggio che fa capolino come comparsa incidentale, ma che in realtà instaura un decisivo rapporto con gli altri protagonisti dell’opera. Il lavoro di Pagani, una specie di detection ermeneutica, segue le traiettorie, i movimenti, gli incroci dei personaggi, la generale toponomastica dell’Ulisse, nella convinzione che ogni spostamento rivesta un segreto profondo significato simbolico. Lo svelamento di tali rapporti letterari e umani fra i personaggi permette una riflessione più ampia sulle ragioni strutturali che sorreggono l’Ulisse, e anche sui collegamenti fra il romanzo di Joyce e i coevi libri di Marcel Proust e Virginia Woolf.
Allievo di Gian Mario Anselmi ed Ezio Raimondi, è docente di Letteratura Italiana e Storia, presidente dell’associazione culturale “Ippogrifo. Vivere la scrittura”, membro del comitato scientifico del “Centro Studi Camporesi”. Per gli editori Bononia University Press, Olschki, Longo, Panini, Mandragora, Bacchilega, Babbomorto ha pubblicato una ventina di saggi storico-letterari sul Cinque-Seicento (Tasso, Basile, Garzoni) e sul Novecento (Calvino, Proust, Buzzati). Tiene laboratori di scrittura creativa ed è autore anche (per Pendragon, Ponte Vecchio, Mobydick) di sette romanzi. Sito ufficiale: www.andreapagani.com
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