Questo saggio si occupa dei movimenti di protesta in Europa alla fine degli anni ’60 muovendo dalla letteratura sociologica che, a partire dalla fine degli anni ’70, ha contribuito a definire la categoria di ‘movimento collettivo’, per addentrarsi poi negli studi sulla prassi politica di quegli stessi movimenti nei tre paesi considerati: Italia, Germania e Francia. La distinzione tra ‘Sessantotto’ e ‘stagione dei movimenti’ messa in evidenza dall’autrice consente di presentare e valutare i ‘nuovi soggetti sociali’ degli anni ’70 (femminismo, ecologismo) non come semplice derivazione e necessaria conseguenza del ’68, bensì all’interno del mutato quadro storico e, nel caso del terrorismo, nella prospettiva del ‘riaffermarsi del primato della politica tradizionalmente intesa sul piano istituzionale e della conseguente chiusura degli spazi di espressione e mediazione politica”.
Lo studio dei movimenti collettivi nella storia contemporanea – l’azione collettiva come prassi politica: il 1968 – la stagione dei movimenti – la violenza.
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