La complessa interazione fra lo spazio geografico e la sua trasposizione romanzesca rappresenta uno degli aspetti più controversi e indubbiamente meno indagati della letteratura di migrazione italiana. Nonostante la rilevanza di tale problematica nella produzione dei migrant writers molti interrogativi ad essa correlati resta-no difatti irrisolti sul piano teorico e compositivo. Quali percorsi di vita, quali scorci della penisola o dei suoi luoghi simbolo ci hanno restituito nelle loro opere e nelle loro testimonianze? Quali funzioni o qua-li connotazioni hanno di volta in volta assunto le immagini restituiteci dal loro sguardo e, soprattutto, in quale misura hanno contribuito a riplasmare l’immagine stessa del Belpaese? Prendendo spunto dalle innovative applicazioni della geocritica nell’ambito della comparatistica, Geografie dell’esodo vuole offrire un’inedita chiave di lettura di questo genere tanto proteiforme quanto metamorfico, dagli ormai riconosciuti precursori (Salah Methnani; Pap Khouma; Mohamed Bouchane; Saidou Moussa Ba; Mohsen Melliti) ad alcuni dei suoi più autorevoli esponenti nel nuovo millennio (Amara Lakhous; Laila Wadia).
Andrea Chiurato è ricercatore presso l’Università IULM di
Milano. I suoi interessi si rivolgono da un lato alla rappresentazione della
metropoli nell’immaginario occidentale, dall’altro alla storia e alla teoria
del romanzo, con particolare attenzione alle problematiche inerenti la
traduzione intersemiotica e lo storytelling crossmediale. Tra le sue
pubblicazioni: La retroguardia dell’avanguardia (Mimesis, 2011); Là dove finisce
la città. Riflessioni sull’opera di J. G. Ballard (Archetipo Libri, 2013) e La
metropoli ai margini. In viaggio con i reietti tra Otto e Novecento (Mimesis,
2016).
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