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Ammiratore di Leopardi, Pascoli dedica Il passero solitario una breve myrica, nella quale lo paragona a una monaca di clausura, a cui attribuisce un canto monotono, suscitando poi le critiche di Montale. Nel cielo della poesia pascoliana il passero solitario compie un lungo volo, con le proprie ali, o con quelle di sosia pennuti e canori, in testi fitti di echi leopardiani: dal Poeta solitario all’Asino, dalla Calandra al Solitario. Pascoli continua nel tempo a confrontarsi con il formidabile antecedente, smarcandosi attraverso strategie di variazione ed elusione. Questi componimenti mostrano come egli, nonostante la differenza di poetica e di stile, condivida con il suo auctor un sentimento doloroso o malinconico di fronte alla vita, ma anche l’ostinata fiducia nella virtù consolatrice del canto.
Parole chiave: Giovanni Pascoli, Giacomo Leopardi, Il passero solitario, poesia, intertestualità.
Giovanni Pascoli’s lonely birds
Giovanni Pascoli, admirer of Leopardi, dedicated to the passero solitario a short myrica, in which he compares the bird to a cloistered nun, to whom he attributes a monotonous song, later arousing Montale’s critical remarks. In the sky of Pascoli’s poetry, the ‘passero solitario’ makes a long flight, with its own wings, or with those of feathered and singing doubles, in texts full of Leopardian echoes: from Il poeta solitario to L’asino, from La calandra to Il solitario. Pascoli continues over time to deal with the formidable antecedent, dissociating himself through strategies of variation and avoidance. These poems show how Pascoli, despite the difference in poetics and style, shares with Leopardi a painful or melancholic feeling about life, but also an obstinate trust in the consoling virtue of singing.
Keywords: Giovanni Pascoli, Giacomo Leopardi, Il passero solitario, poetry, intertextuality.
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