Review delle procedure di laboratorio più comuni per la valutazione dell’ecotossicità del materiale risultante dallo scavo con TBM EPB in ItaliaIl rapido sviluppo dello scavo meccanizzato negli ultimi decenni ha sollevato serie preoccupazioni per l’impatto dei grandi volumi di smarino sull’ambiente. Le EPB-TBM richiedono l’uso di agenti schiumogeni per ottimizzare il condizionamento del terreno che contengono sostanze chimiche (es. sodio lauriletere solfato, SLES) che non sono comprese nella normativa Italiana e comunitaria vigente. Al fine di minimizzare i costi del progetto, è necessario quanto più possibile riutilizzare lo smarino come sottoprodotto. Ciò è possibile se questo non ha alcun impatto ambientale sul suolo o sugli ecosistemi acquatici. A tal fine, redigere un protocollo specifico è pertanto uno strumento efficiente per valutare la compatibilità ambientale dello smarino. Questo può essere realizzato mediante prove della durata di 28 giorni a scala di microcosmo o mesocosmo. Le prove di laboratorio simulano il condizionamento del terreno ed a tempi prestabiliti (da 0 a 28 giorni) è possibile analizzare la degradazione chimica delle sostanze chimiche contenute. A queste prove vanno abbinati test ecotossicologici sui terreni o sugli elutriati valutando l’impatto su specifici organismi acquatici e terrestri. I risultati della concentrazione residua di SLES nel suolo e negli elutriati, insieme a quelli dei test ecotossicologici, consentono di valutare il tempo necessario per la degradazione dello SLES e unitamente ai risultati ecotossicologici, suggeriranno il tempo che deve trascorrere per ottenere un materiale di risulta utilizzabile come sottoprodotto. Questi dati sono inseriti nel protocollo specifico per ogni sito da applicare durante la fase di scavo. Il lavoro descrive i principali aspetti metodologici riguardanti gli esperimenti di microcosmo. Parole chiave: EPB-TBM, condizionamento dei terreni, tensioattivi anionici; sodio lauriletere solfato (SLES), test ecotossicologici.