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Sulla teoria antropologica del «doppio» nel concetto pascoliano di «era allusiva»

Suppa Francesca
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ISSN:
1120-8856
Rivista:
Rivista Pascoliana
Anno:
2016
Numero:
28
Fascicolo:
Rivista Pascoliana N. 28/2016

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Nell’orazione L’Èra nuova, pronunciata a Messina nel 1899, Pascoli descrive l’inizio del Novecento come passaggio dall’«era illusiva» all’«era nuova», un cambiamento paradigmatico nella storia dell’umanità: da una conoscenza mitica, basata sull’illusione e sull’apparenza, l’uomo approda a una conoscenza fondata sulla realtà e sulla scienza. Nel sesto capitolo dell’Èra nuova la descrizione dell’era illusiva è affidata alla narrazione dell’esperienza onirica di un primitivo pastore, che immagina un «doppio io» a partire dall’ubiquità del corpo immobile che viaggia durante il sonno. Questa narrazione si richiama a una teoria diffusa nell’antropologia evoluzionista di Edward Burnett Tylor (Primitive Culture) e di Herbert Spencer (Principles of sociology), così come negli studi di Erwin Rohde sull’animismo preomerico (Psyche), ma anche negli Studies of Childhood di James Sully: questi saggi coincidono nel ritenere che l’uomo abbia sviluppato il concetto di anima a partire dall’idea di un «doppio io» che emerge nel sogno e negli stati d’incoscienza. Il sesto capitolo dell’Èra nuova presenta un chiaro rapporto d’intertestualità con due frammenti dei Principles of sociology e di Psyche: queste coincidenze permettono di rileggere il testo pascoliano come narrazione della nascita del concetto di anima, da cui deriva l’inganno della religione che caratterizza l’era illusiva nel contrasto con il «sapere di morte» inaugurato dall’era nuova. 

Parole chiave: L’Èra nuova, Erwin Rohde, Herbert Spencer, animismo, antropologia evoluzionista.

In the conference L’Èra nuova, pronounced in Messina in 1899, Pascoli describes the beginning of the Twentieth century as a transition from the «era illusiva» to the «era nuova», a paradigm shift in the history of humanity: from a mythical knowledge, based on illusion and appearance, the mankind can achieve a knowledge based on reality and science. In the sixth chapter of L’Èra nuova, the «era illusiva» is described with the oneiric experience of a primitive shepherd: as the body is static in the dream state, the man imagines the existence of a «double» who emerges in the state of dream and unconsciousness. Pascoli refers to the theory of the «double» expressed by the evolutionist anthropology (Edward Burnett Tylor, Primitive Culture and Herbert Spencer, Principles of Sociology), by Erwin Rohde in his studies on pre-Homeric animism (Psyche), and also by James Sully in his Studies of Childhood. These essays agree on thinking that the origin of the concept of soul is related to the theory of the «double» in the primitive cultures. The sixth chapter of L’Èra nuova has a clear intertextual relationship with two fragments of the Principles of Sociology and of Psyche: this coincidence allows to read the text of Pascoli as a narration of the origin of the concept of soul, whence religion descends, intended as a fallacious, illusionary knowledge. 

Keywords: L’Èra nuova, Erwin Rohde, Herbert Spencer, animism, evolutionist anthropology.