Primavera del 1411. Manuele Crisolora, ambasciatore dell`imperatore bizantino presso il papa, giunge a Roma. E` folgorato dallo splendore della città, dove tutto parla dell`antica potenza. Le strade brulicano di pellegrini che parlano le lingue più diverse, ora sono la potenza e la ricchezza - non solo spirituale - della Chiesa che si manifestano a Roma e nel mondo. Ma soprattutto l`occhio nostalgico di Manuele è attratto dai segni (iscrizioni, opere d`arte) dell`antica comunanza fra Greci e Romani. E dalla somiglianza fra Roma e Costantinopoli, che di Roma è figlia, il fine dello scritto, dissimulato nel confronto fra le due città, è un appello implicito alla madre per la salvezza della figlia, minacciata dai Turchi. Le due Rome è percorso da un senso di precarietà che assume quasi la forma di un presagio: «anche le città muoiono». Costantinopoli cadde nel 1453. L`anno dopo Francesco Aleardi tradusse il testo in latino.
Manuele Crisolora - le due Rome: Roma a volo d`uccello, le chiavi di S. Paolo, Costantinopoli, l`epilogo - la traduzione di Aleardi: Francesco Aleardi, la traduzione latina e i manoscritti, un passo mancante nei manoscritti greci.
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