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Linguaggio dei segni, macchine per comunicare. Il Tachifenografo (1808) fra tipografia e manualistica sulla sordità d'antico regime (XVI-XVIII)

Cavagna Anna Giulia
Articolo Immagine
ISSN:
2240-3604
Rivista:
TECA
Anno:
2016
Numero:
9-10
Fascicolo:
TECA N.9-10/2016

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L‘indagine mira ad evidenziare le somiglianze, in termini di metodologia e di pensiero, tra il mondo dei lavori tipografici (stampanti, compositori) e (dopo la diffusione della tipografia stessa) l‘insegnamento storicamente sviluppato ideato per educare i sordomuti. Il parallelismo riguarda le somiglianze relative alla gestualità e al pensiero cognitivo. Nella scuola elementare italiana del XX secolo, ancora si usavano piccole stampanti portatili per insegnare ai bambini a leggere e a scrivere. Tali somiglianze emergono dall‘osservazione, un po‘ meno cursoria del solito, di due fatti specifici: la letteratura a stampa nella prima età moderna il cui tema è la sordità, e un‘invenzione locale genovese del XIX secolo progettata per le persone sorde e completamente e inspiegabilmente caduta nell‘oblio.

The survey highlights similarities, in terms of methodology and thought, between the work of the typographic jobs (printers, composers) and (after the spread of typography itself) the historically developed teaching devised to educate the deaf and dumb. The parallel regards similarities concerning the method of gestures and cognitive thought. In Italian elementary school of the XXth cent., they still used small portable printers to teach children reading and writing. Those similarities emerge from observation, a bit less cursory than usual, of two specific facts: 1) the printed literature published in the early modern whose theme is deafness 2) a local Genoese invention of the Nineteenth century designed for deaf people and completely and inexplicably fallen into oblivion.