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Cicerone, post reditum in senatu e ad quirites

Come disegnare una mappa di relazioni
Raccanelli Renata
Cicerone, post reditum in senatu e ad quirites
ISBN/EAN: 9788855532105
Pubblicazione: 2012
Pagine: 160
Formato: 15 x 21
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Cicerone, post reditum in senatu e ad quirites

Al ritorno dall’esilio, ‘rinascendo’ a una nuova vita nella comunità civile, Cicerone affronta il pubblico dei senatori e dei concittadini con due discorsi in cui coglie l’opportunità di proporre una nuova immagine di sé e del proprio ruolo nella respublica. Questo studio analizza le complesse strategie di comunicazione che l’oratore usa per ricollocarsi all’interno di un’articolata rete sociale e politica, ridefinendo simultaneamente non solo la trama dei singoli legami individuali che hanno promosso il suo rimpatrio, ma anche l’intero sistema delle relazioni in cui egli viene ufficialmente reintegrato dopo il trauma e l’umiliazione dell’esilio. Cicerone disegna insomma una mappa sistematica di legami, in una sottile tessitura diplomatica attenta a dissimulare ombre e contenere spinte contrastanti: offre così una rappresentazione simbolica degli atteggiamenti che in passato hanno contraddistinto il suo rapporto con i suoi interlocutori e insieme prefigura per il futuro un progetto politico teso a stringere i vincoli fra i buoni cittadini, schierati con lui in difesa della patria. Al centro di questa rappresentazione simbolica emergente dalla mappa ciceroniana risaltano la pietas e le relazioni parentali, che offrono pervasive ed efficaci metafore dei legami di beneficio e gratitudine intercorrenti fra l’oratore e i suoi ascoltatori, in una comunità pia nei confronti della patria. Il saggio propone una lettura delle due orazioni in cui lo studio dei principali aspetti storico-politici e filologico-letterari dei testi viene integrato con un’analisi delle dinamiche pragmatiche e antropologiche sottese alla rappresentazione delle relazioni configurate e proposte da Cicerone ai suoi interlocutori.

INDICE

Raccanelli Renata

Renata Raccanelli è Professoressa Associata di Lingua e letteratura latina all’Università di Verona. Studia le forme della comunicazione verbale e non-verbale nella commedia latina e nella riflessione etico-politica di età repubblicana e imperiale. Alle dinamiche interattive e alle rappresentazioni simboliche delle relazioni nel mondo romano ha dedicato approfondimenti monografici, in riferimento all’amicitia in Plauto (1998), ai paradossi del beneficium in Seneca (2010), all’uso pragmatico delle metafore parentali nel linguaggio politico di Cicerone (2012).


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