Tra i più marcati effetti della pandemia da Covid-19 figura la riorganizzazione, a ogni livello, delle attività scolastiche con l’introduzione di criteri di distanziamento. La crisi sanitaria ha messo in luce da un lato il ruolo dello spazio virtuale, dall’altro le opportunità offerte dalle esperienze didattiche connesse all’utilizzo di spazi aperti. Il presente contributo parte considerando oramai assunto come dato empirico il fatto che l’evoluzione tecnologica ha rivoluzionato il mondo contemporaneo nella sua quasi totalità, inducendo la Geografia a fare i conti con una mutata percezione dello spazio, agevolata dall’uso di device e app in grado di sopperire a qualsiasi stimolo atto ad accrescere le facoltà orientative. Nella ricerca di valevoli risposte si riflette sull’esemplificazione di HORT, labirinto di mais creato da una spin-off universitaria. In tale contesto, guidando un gruppo di studenti impegnati in attività formative extrascolastiche, si è potuto verificare sul campo − sebbene in modo parziale − l’impatto di una simile proposta su ragazzi in età evolutiva, lasciando aperta la possibilità di considerare questa tipologia di esperienze per il loro potenziale grado di integrare il lavoro in classe.

Parole chiave: educazione, proposta educativa, labirinti, labirinti effimeri, mais, HORT.