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L’orario di lavoro costituisce uno degli istituti contrattuali che maggiormente caratterizza il grado di autonomia e di non subordinazione alla dirigenza dei Ricercatori e Tecnologi degli Enti Pubblici di Ricerca (EPR). Le distorte interpretazioni ed applicazioni da parte di quasi tutti gli EPR di questo istituto contrattuale, che tendono a ledere l’autonomia dei Ricercatori e Tecnologi e a non riconoscere loro la non subordinazione alla Dirigenza scientifica ed amministrativa del proprio Ente, sono qui illustrate e discusse. Al contempo, oltre a dare la corretta interpretazione delle norme contrattuali in questione, si fornisce e si motiva l’unica soluzione al problema: una norma di stato giuridico che superi l’orario di lavoro e lo sostituisca con un più appropriato “impegno di lavoro” forfettario.
Parole chiave: Contratto collettivo nazionale del lavoro, ricercatori e tecnologi, orario di lavoro, non subordinazione dirigenza, norma di stato giuridico.
Working hours are one of the contractual rules that most characterize the degree of autonomy and non-subordination to the management of the Researchers and Technologists of the Italian Public Research Institutions (EPR). The distorted interpretations and applications by almost all the EPRs of this contractual rule, which tend to damage the autonomy of Researchers and Technologists and not to recognize their non-subordination to the scientific and administrative management of their Institution, are here illustrated and discussed. At the same time, in addition to giving the correct interpretation of the contractual rules in question, the only solution to the problem is provided and motivated: a legal status rule that exceeds the “working hours” and replaces it with a more appropriate flat rate “work commitment”.
Keywords: Collective National Labor Contract, Researchers and Technologists, Working hours, Non-subordination to the Management, Legal status rule.
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