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Si analizzano le gallerie del Laboratorio Nazionale del Gran Sasso, durante il terremoto che ha colpito L’Aquila (2009). Si considera lo stato di sforzo e deformazione di una sezione trasversale della galleria e del terreno circostante, indotto dalla gravità, dalla costruzione della struttura e dal rilassamento della roccia. Allo stato di sollecitazione risultante si sovrappongono le sollecitazioni prodotte dal sisma. L’analisi è parte di un programma di monitoraggio sismico dei Laboratori. È basata sull’impiego di un codice ad elementi finiti, che tiene conto del comportamento non-lineare del terreno e dell’interfaccia terreno-strutture in c.a. e della sua evoluzione nel tempo. Richiamando quanto evidenziato qualitativamente in letteratura, la galleria, classificabile come tunnel semicircolare profondo in roccia, risponde bene ai terremoti, grazie anche alla qualità dell’ammasso roccioso. Lo stato di sforzo preesistente al sisma è indotto dal peso dei 1400 m di calcare sovrastante la galleria. A fronte di questo, la sollecitazione prodotta dal sisma appare dell’ordine di qualche percento. Tuttavia si manifesta una ovalizzazione del profilo delle sale, misurata da una variazione di diametri di circa 8 cm. Per gli aspetti applicativi, un argomento importante è la funzione dei tiranti che in fase di costruzione sono stati disposti a protezione del manto.
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