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Il saggio studia il rapporto, a livello d’immaginario, dei Carmina e dei Poemi conviviali pascoliani con il genere del romanzo storico-archeologico ottocentesco, considerato negli Ultimi giorni di Pompei (1834) di Edward Bulwer-Lytton, in Fabiola o la chiesa delle catacombe (1854) del cardinale Nicola Wiseman, e in Quo vadis? (1894-1896) di Henryk Sienkiewicz, oltre che nel romanzo e nel teatro italiano di fine Ottocento, da Pietro Cossa ad Arrigo Boito, affascinati dal personaggio di Nerone, visto come sadico ed esteta insieme. Costanti di genere del romanzo storico-archeologico sono l’interesse per la rappresentazione della vita quotidiana a Roma, in concomitanza con lo sviluppo dell’archeologia; la centralità rappresentativa dell’Impero romano rispetto alla Repubblica, anche per l’esperienza diretta degli imperi ottocenteschi; la tematica della schiavitù, nell’epoca dell’abolizionismo; la raffigurazione di Roma imperiale come il luogo deputato della dissolutezza e della crudeltà, delle orgie e dei circensi, in una sorta di ambigua attrazione per il proibito dalla civiltà contemporanea e di compensazione del puritanesimo vittoriano e umbertino. Del Pascoli sono esaminati le Res romanae, i Poemata Christiana e la Buona Novella, oltre che una serie di appunti ritrovati nelle sue carte. Parole chiave: Romanzo storico-archeologico; immaginario sadico-catastrofico; Impero romano; incubi della Belle Époque; vita quotidiana a Roma; condizione dello schiavo.
This is an inquiry into the relations between the imagination of the historical-archaeological novel and Pascoli’s poems, especially Carmina and Poemi conviviali. It focuses in particular on The last days of Pompei (1834) by Edward Bulwer-Lytton, Fabiola or the Church in the Catacombs (1854) by cardinal Nicholas Wiseman, and Quo vadis? (1894-1896) by Henryk Sienkiewicz, but it also deals with Italian novel and theatre of late nineteenth century, from Pietro Cossa to Arrigo Boito: both of them were fascinated by the character of Nero, represented as a sadic man and as an aesthete at the same time. The historical-archaeological novel is characterised by the interest in the daily life of ancient Rome, in consequence of the rise of archaeology; by the centrality of Roman Empire, promoted by the esperiences of nineteenth century empires; by the subject of slavery; and by the representation of Rome in the imperial age as the abode of vice and cruelty, of orgies and games, in consequence of the force of attraction of the forbidden fruit, and as a counterbalance of Victorian and Umbertine puritanism. Among Pascoli’s works we examine Res romanae, Poemata Christiana, La Buona Novella, and some notes recovered in his papers. Keywords: historical-archaeological novel, sadistic-catastrophistic imagery, Roman Empire, Belle Époque nightmares, daily life of ancient Rome, condition of slavery.
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