È indubitabile che in un mondo dominato da un’espansione della informazione, il confine tra scienza e divulgazione/ giornalismo/politica si è fatto sempre più indefinito. In questo contesto, paradossalmente, si è fatta sempre più labile la posizione della verità (anche) nella scienza. Certamente l’incertezza fa nascere dubbi. Dato che in scienza il dubbio non ha cittadinanza, gli scienziati si accontentano di decisioni intersoggettive, convenzionalmente basate su dati e sull’accettazione della posizione scientifica corrente, posizione a cui è ovviamente associata una incertezza. Ma anche i dati sono evidenze la cui oggettività è contaminata: prima dalla componente soggettiva della loro raccolta e poi dalla loro interpretazione in fase di analisi. Invece, da un po’ di tempo, è nato quello che viene considerato un nuovo strumento di conoscenza basato sui dati, il “dataismo”, basato a sua volta sulle scienze informatiche: l’articolo commenta questi che sono considerati i nuovi strumenti per giungere a conoscere la posizione della verità scientifica.

Parole chiave: Verità, Oggettività, Incertezza, Big Data, Intelligenza artificiale, Dataismo.