Catalogo ragionato dei libri di me Gaetano Fantuzzi
L’abate Gaetano Fantuzzi (1744–1815) compì i suoi studi nel Collegio dei Gesuiti di Reggio Emilia, situato nel Palazzo di S. Giorgio, attuale sede della Biblioteca Civica “Antonio Panizzi”. Per tutta la vita lavorò nel palazzo, sia come insegnante (dapprima di Grammatica, sotto i gesuiti, poi, dopo la soppressione dell’ordine nel 1773, di Retorica) sia come bibliotecario della nuova Biblioteca Nazionale, aperta ufficialmente il 31 gennaio 1798. Dapprima fu nominato vicebibliotecario, ma nel 1802 fu elevato a Bibliotecario Dipartimentale del Crostolo: con questa carica, diresse fino alla morte l’importante istituzione frutto dell’epoca napoleonica, che nel 1806 contava più di 32.000 volumi a stampa, senza contare la già ricchissima raccolta di manoscritti. Il Fantuzzi realizzò tra l’altro il primo catalogo a schede della biblioteca, che affiancò quello più tradizionale a volume. Personaggio schivo e riflessivo, figura di erudito moderatamente aperto all’influenza dei lumi, tenuto in grande considerazione da tutta l’élite culturale reggiana a cavallo fra Sette e Ottocento (Giovanni Paradisi, Francesco Cassoli, Filippo Re etc.) il Fantuzzi fu dedito ai prediletti studi più che all’attività pubblica. Il Catalogo ragionato dei libri di me Gaetano Fantuzzi, steso fra il 1° marzo e il 20 agosto 1801 (data di redazione della dedica), è opera fondamentale per la corretta interpretazione di un personaggio piuttosto trascurato dalla storiografia. Costituita da due tomi – di 145 carte il primo e 154 il secondo – l’opera è compresa nel grande “Fondo Fantuzzi” della Biblioteca Panizzi, che raccoglie i manoscritti di Gaetano e del nipote Prospero. Il Fantuzzi la concepì come allegato dell’eredità lasciata ai nipoti: i suoi amati libri. Una sorta di libro di famiglia, dunque, nel quale, accanto ai giudizi su opere e autori, è data grande importanza al valore economico dei libri: la raccolta, “sudata” dal Fantuzzi per tutta una vita, dovrà dunque essere, per i nipoti, anche un valore materiale. Per ogni libro è segnalato un valore monetario indicativo. Ordinato alfabeticamente – ma prendendo in considerazione solo la prima lettera di nomi e titoli – il Catalogo è opera aperta: scritto di getto, con una spontaneità lontanissima dalla gonfiezza degli scritti accademici dell’autore, esso fu negli anni arricchito di qualche breve aggiunta: il Fantuzzi morì infatti quattordici anni dopo la redazione. La collezione doveva annoverare più di 1.200 opere. Il ritratto che emerge dalla lettura dell’opera, reso più autentico dall’essere il Catalogo ragionato dei libri di me Gaetano Fantuzzi opera non destinata alla divulgazione, è quello di un uomo timoroso di tutti i contrasti, specialmente politici e religiosi, dedito allo studio e agli affetti familiari, ostile alla “frenesia” rivoluzionaria come all’opposto estremismo ottuso della Restaurazione. Un moderato, certo, ma lontano anche dagli atteggiamenti “furbeschi” e “ondeggianti” di certa classe politica napoleonica: un uomo sempre coerente con i suoi assunti, alfiere di una oraziana “medietas” esistenziale, il quale, all’atto del ritorno degli Asburgo-d’Este nei territori del ducato, vide con strazio la “sua” biblioteca pubblica smembrata e ridotta al silenzio.
INDICE
Vita e opere dell'abate Federico Fantuzzi - il catalogo e il suo autore - Nota all'edizione del Catalogo ragionato dei libri di me Gaetano Fantuzzi - avvertenza per la lettura dell'indice dei nomi - indice dei nomi.