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Rigenerazione territoriale e innovazione sociale della governance urbana

Di Bella Arturo
Articolo Immagine
ISSN:
1126-7798
Rivista:
Geotema
Anno:
2010
Numero:
42
Fascicolo:
Geotema N.42/2010

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Il governo degli spazi urbani rimane al centro del dibattito riguardante l’innovazione sociale, lo sviluppo locale, le relazioni che s’instaurano tra pubbliche amministrazioni e cittadini e come queste condizionano l’urbanità, intesa come qualità della coesione spaziale e sociale delle città. Le critiche rivolte al modello neoliberista s’inseriscono entro un più generale ripensamento del decision making urbano e dell’esercizio del potere all’interno delle pubbliche amministrazioni, coinvolgendo aspetti sia di government sia di governance (Indovina, 1993; Papadopoulus, 2000; Bagnasco, Le Galès, 2001). L’imperativo della sostenibilità dello sviluppo urbano implica soprattutto una trasformazione delle relazioni sociali in senso democratico (Mouleart, Vicari Haddock, 2009), una diversa concezione del valore della partecipazione civica nelle politiche territoriali e l’individuazione delle condizioni economiche, simboliche e spaziali che favoriscono la piena cittadinanza dei diversi gruppi e strati sociali. I processi innovativi dovrebbero superare le interpretazioni riduttive della partecipazione come “insieme di tecniche” (Crosta, 2003; Fareri, 2009), valorizzandola piuttosto come strumento utile a considerare i cittadini non come semplici destinatari dei servizi ma come soggetti attivi nel trattamento dei problemi collettivi. È richiesta una creatività socio-istituzionale in grado di trasformare le modalità di produzione dei beni e/o servizi pubblici e collettivi nella città (Balducci, 2004), massimizzando le sinergie tra le risorse disponibili, sfruttando l’intelligenza diffusa nella società locale e sperimentando nuove e più adeguate confi gurazioni della sfera pubblica (Cottino, Zeppetella, 2009). La semplice previsione di spazi di dialogo tra istituzioni e cittadini non sembra più suffi ciente rispetto all’innovazione sostanziale del trattamento delle sfi de urbane, se l’amministrazione pubblica non li accompagna all’esercizio del ruolo di facilitatore della creatività di quelle componenti della società civile che, con forme di auto-organizzazione, intercettano bisogni rimasti insoddisfatti. In una prima parte del contributo si descrivono alcune esperienze particolarmente indicative di cittadinanza attiva presenti a Catania, che connettono pratiche di riuso sociale di spazi urbani, erogazione di servizi territoriali e rivendicazione di specifi che domande di città. Ne fanno parte le appropriazioni sociali di spazi degradati da parte dei giovani dei centri sociali, comitati cittadini che utilizzano spazi pubblici per creare laboratori di cittadinanza attiva, le reti associative che si adoperano nelle periferie sociali, gruppi impegnati nel community work. In una seconda parte si vuol individuare le condizioni che possono far derivare da queste esperienze d’impegno civico e azione collettiva nuove interazioni, negoziali e cooperative, tra istituzioni e società civile, in modo da innovare le pratiche di governance urbana, creando percorsi di apprendimento reciproco, beni collettivi, ampliamento della sfera pubblica e rigenerazione sostenibile del territorio.

The management of urban spaces remains central to the debate regarding social innovation, local development, the relations established between public administration and citizens, and how these condition urbanity, understood as the quality of spatial and social cohesion of the city. The criticisms directed at the neo-liberal model are part of a more general rethinking of urban decision making and of the exercise of power within public administrations, involving aspects of both government and governance (Indovina, 1993; Papadopoulus, 2000; Bagnasco, Le Galès, 2001). The imperative that urban development should be sustainable implies, above all, a transformation of social relations in a democratic sense (Mouleart, Vicari Haddock, 2009), a different conception of the value of civic participation in territorial policies and the identifi cation of the economic, symbolic and spatial conditions which favour the full citizenship of different groups and social strata. The innovative processes should overcome the reductive interpretations of participation as “a set of techniques” (Crosta, 2003; Fareri, 2009), rather giving it value as a useful tool allowing citizens to be considered not as simple receivers of services but as subjects active in the treatment of territorial problems. We require a socio-institutional creativity able to transform the production modalities of goods and/or services, public and collective, in the city (Balducci, 2004), maximising the synergy between the available resources, exploiting the intelligence dispersed throughout local society and experimenting new and more appropriate confi gurations of the public sphere (Cottino, Zeppetella, 2009).