Il volume raccoglie una serie di saggi sulla sesta satira di Giovenale, proponendosi come un aggiornato studio sulle tematiche e i Topoi della “riflessione“ misogamica e misogina antica. Il satirico lamenta la degradazione subita dall'istituto del matrimonio romano (arcaicamente e catonianamente concepito come salutare freno di quell'indomitum animal che è la femina) sotto i colpi del processo di emancipazione della donna (presentato semplicisticamente e malignamente come pura degenerazione morale, resa possibile dalla “debolezza“ maschile). In particolare sono studiati il proemio (incentrato su un'originale versione del mito dell'età dell'oro) e l'excursus centrale, fondamentale nella sua funzione eziologica e di transizione alla seconda parte della satira, il problema del destinatario privilegiato del componimento (poi lasciato cadere), con una discussione sulla struttura del carme nel suo complesso e sulla tecnica compositiva di Giovenale, mentre ci si sofferma nell'analisi di alcuni episodi e temi particolarmente significativi di questo “catalogo“ antiuxorio: fra questi il tema dell'adulterium soridum (anche in rapporto a Lucillo e Seneca) e quello dell'influenza esercitata dalla poesia erotica (Catullo e gli elegiaci) sulle modalità della rappresentazione della passione amorosa all'interno dell'istituto matrimoniale.